La Svizzera presenta il suo primo rapporto sul patrimonio culturale immateriale

Berna, 15.12.2014 - Il 28 novembre 2014 il Consiglio federale ha approvato il primo rapporto della Svizzera sull’attuazione della Convenzione dell’UNESCO per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale. Dal documento, trasmesso oggi all’UNESCO, emerge un primo bilancio positivo.

Il 20 marzo 2008 la Svizzera ha ratificato la Convenzione dell’UNESCO per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale. Gli Stati contraenti si sono impegnati ad elaborare periodicamente un rapporto sugli sforzi da loro intrapresi per attuare tale convenzione. Questi documenti forniscono informazioni sulle misure prese allo scopo di salvaguardare il patrimonio culturale immateriale presente sul territorio degli Stati contraenti, in particolare in termini di disposizioni legali e regolamentari. Ciò permette di produrre uno scambio di esperienze e di buone pratiche tra questi Paesi.

Dal primo rapporto elaborato dalla Svizzera emerge che la Convenzione viene attuata in modo coerente a livello sia federale che cantonale. A soli sei anni dalla ratifica, il bilancio è considerato incoraggiante. Il documento è accompagnato da un allegato, realizzato su iniziativa della Commissione svizzera per l’UNESCO, che dà voce al parere della società civile su questi sforzi.

Tra le misure adottate dalla Confederazione si può citare l’allestimento, in stretta collaborazione con i Cantoni, della Lista delle tradizioni viventi in Svizzera. Le 167 tradizioni che vi figurano sono presentate su una piattaforma in cinque lingue attraverso una ricca documentazione composta di testi, suoni ed immagini : http://www.tradizioniviventi.ch

Per rafforzare la trasmissione delle conoscenze nel campo dell’artigianato, sono stati inoltre concessi aiuti finanziari specifici al Centro dell’artigianato del Ballenberg collegato al Museo svizzero all’aperto. Oltre alle iniziative a livello federale, il rapporto documenta anche la grande diversità delle misure attuate da parte dei Cantoni, come la nuova legge del Cantone di Vaud sul patrimonio mobile e immateriale o l’inventario congiunto dei Cantoni di Argovia e Soletta. Questi non sono che alcuni esempi della forte eco che la Convenzione ha riscosso sul territorio svizzero.

Il primo rapporto della Svizzera sull’insieme delle misure sviluppate per attuare la Convenzione dell’UNESCO per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale può essere consultato sul sito: http://www.bak.admin.ch/kulturerbe/04335/04341/05318/index.html?lang=it 

Con la Convenzione per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale, l’UNESCO permette di tematizzare e di proteggere un patrimonio che non si legge essenzialmente nella pietra e nello spazio ma nel tempo, nelle pratiche comunitarie e nelle interazioni sociali. Questo patrimonio ingloba tradizioni viventi come le espressioni orali, le arti dello spettacolo, le pratiche sociali, riti e feste, conoscenze della natura e dell’universo e artigianali. Testimonia così della grande diversità culturale e della creatività umana. 

Il 22 ottobre il Consiglio federale ha approvato una lista indicativa delle otto tradizioni svizzere candidate all’iscrizione al patrimonio culturale immateriale dell’UNESCO. La gestione del rischio di valanghe, il know-how in meccanica degli orologi, il design grafico e tipografico svizzero, la stagione alpestre, lo jodel, le processioni della Settimana Santa a Mendrisio, la festa dei vignaioli di Vevey e il Carnevale di Basilea saranno proposti al Comitato per il patrimonio immateriale dell’UNESCO. La prima candidatura è prevista per il 2015.


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David Vitali, capo della sezione Cultura e società, +41 58 465 70 19, david.vitali@bak.admin.ch
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