Il Consiglio federale e il Parlamento raccomandano di accettare la modifica della legge federale sul cinema

Berna, 08.03.2022 - Il 15 maggio 2022 il popolo si esprimerà sulla legge sul cinema, a condizione che il relativo referendum riesca formalmente. La modifica prevede che i servizi di streaming investano nella cinematografia svizzera il 4 per cento dei loro proventi realizzati in Svizzera, come già accade per le emittenti televisive private del nostro Paese. Dovranno inoltre proporre nel loro catalogo almeno il 30 per cento di contenuti prodotti in Europa. Con la modifica della legge sul cinema il Consiglio federale e il Parlamento intendono colmare una lacuna derivante dalla trasformazione digitale, eliminare la disparità di trattamento tra le emittenti televisive e i servizi di streaming e contribuire alla pluralità culturale dell’offerta digitale.

Le emittenti televisive svizzere sottostanno all'obbligo di investire nella cinematografia svizzera il 4 per cento dei loro introiti lordi, fornendo così un importante contributo alla produzione cinematografica nazionale. Sempre più spesso però i film e le serie sono offerti anche via Internet su richiesta (streaming). Finora la Svizzera non ha imposto alcun obbligo di investire ai servizi di streaming, contrariamente a quanto fatto da gran parte dei Paesi vicini.

Investimenti nella creazione cinematografica e diversità dell'offerta
La modifica prevede che anche i servizi di streaming investano nella cinematografia svizzera il 4 per cento dei proventi realizzati nel nostro Paese. Potranno partecipare direttamente alle produzioni svizzere o versare una tassa sostitutiva per la promozione del cinema nazionale. Dovranno inoltre proporre nel loro catalogo almeno il 30 per cento di serie o film prodotti in Europa. L'obiettivo è eliminare le disparità oggi esistenti tra i servizi di streaming e le emittenti televisive. Secondo le stime l'estensione dell'obbligo d'investimento genererebbe annualmente 18 milioni di franchi in più per la creazione cinematografica svizzera.

Gli argomenti del comitato referendario
Contro la modifica della legge è stato lanciato il referendum. Secondo il comitato referendario l'obbligo di investire nella creazione cinematografica svizzera equivale a una tassa speciale per le piattaforme di streaming, che si ripercuoterà sui prezzi degli abbonamenti. Ritiene inoltre ingiusto che i servizi di streaming siano obbligati a riservare ai film europei almeno il 30 per cento della loro offerta, sostenendo che ciò limiterà la libertà dei consumatori e delle consumatrici e penalizzerà le produzioni provenienti dal resto del mondo.

Gli argomenti di Consiglio federale e Parlamento
Per il Consiglio federale e il Parlamento la modifica della legge garantisce pari condizioni alle emittenti televisive e ai servizi di streaming, svizzeri e stranieri. Anche le emittenti televisive straniere che trasmettono finestre pubblicitarie rivolte al pubblico svizzero dovranno contribuire alla pluralità dell'offerta cinematografica. La legge garantirà peraltro che una piccola quota dei proventi realizzati in Svizzera resti nel nostro Paese, creando posti di lavoro e generando ordini per l'industria locale.

E improbabile che l'obbligo di investire abbia un impatto sui prezzi delle offerte di streaming: nemmeno nei Paesi con aliquote molto alte si riscontra infatti una correlazione tra la regolamentazione e i prezzi. Per quanto riguarda la quota minima del 30 per cento di contenuti europei richiesta ai servizi di streaming, si tratta di un valore sensibilmente inferiore a quello vigente per le emittenti televisive ed è un requisito già applicato nell'Unione europea. I servizi di streaming lo soddisfano già oggi e, di conseguenza, per i consumatori e le consumatrici in Svizzera non ci sarà alcun cambiamento.


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