La cultura durante la pandemia di coronavirus: bilancio e prospettive

Berna, 12.09.2022 - Nel 2020 e nel 2021 il settore della cultura è stato particolarmente colpito dalle conseguenze della pandemia di coronavirus. Molte attività culturali sono infatti state interrotte o fortemente ridimensionate. La nuova edizione della «Statistica tascabile della cultura in Svizzera», pubblicata dall’Ufficio federale della cultura (UFC), fornisce fra l’altro una panoramica dei provvedimenti a sostegno della cultura messi in campo dalla Confederazione tra il marzo del 2020 e la fine del 2021.

Nel marzo del 2020 il Consiglio federale ha preso provvedimenti per attenuare l’impatto economico della pandemia di coronavirus sulla cultura, in stretta collaborazione con i Cantoni e coinvolgendo gli esponenti del settore. Calibrati sul contesto specifico della cultura, i provvedimenti sono andati a integrare quelli a sostegno dell’economia in generale.

Le imprese culturali e gli operatori culturali hanno ricevuto indennità per perdita di guadagno pari a 447,9 milioni di franchi, versati per metà dalla Confederazione e per metà dai Cantoni. Gli operatori culturali professionisti hanno inoltre potuto richiedere aiuti finanziari d’emergenza per coprire le spese di mantenimento immediate. Questo strumento è stato finanziato interamente dalla Confederazione per un totale di 23,2 milioni di franchi. Hanno ricevuto aiuti federali anche le organizzazioni culturali amatoriali, a cui sono andati complessivamente 28,9 milioni di franchi.

Infine, con il contributo paritetico di Confederazione e Cantoni sono stati sostenuti progetti di ristrutturazione delle imprese culturali per 57,9 milioni di franchi. Si tratta di progetti volti all’acquisizione di nuovo pubblico e al riorientamento strutturale delle imprese, ad esempio per rispondere alla sfida della transizione digitale, in una prospettiva di trasformazione che conserva la sua importanza anche dopo la crisi. La Confederazione e i Cantoni continueranno pertanto a sostenere tali progetti fino a ottobre 2023. L’UFC intende inoltre effettuare un rilevamento dei comportamenti del pubblico in collaborazione con la Conferenza svizzera dei direttori cantonali della pubblica educazione (CDPE). I risultati saranno disponibili alla fine dell’anno. Studi in materia sono già stati condotti nel 2020 e nel 2021.


La pandemia ha accelerato e rafforzato la trasformazione del settore culturale

La pandemia ha amplificato le sfide che il settore culturale si trova ad affrontare. Ad esempio, è emersa chiaramente la necessità di una stretta collaborazione fra le autorità a tutti i livelli dello Stato e di un maggiore dialogo con il settore culturale. Migliorare ulteriormente questa collaborazione è una priorità del messaggio sulla cultura 2025–2028, attualmente in elaborazione.

La pandemia ha rivelato anche lo stato di precarietà in cui vivono gli operatori culturali, in particolare quelli occupati su base occasionale, che spesso si trovano in situazioni lavorative atipiche. Lo ha dimostrato soprattutto il ricorso agli aiuti finanziari d’emergenza. I più rappresentati tra i richiedenti sono gli operatori del settore musicale, seguiti da quelli delle arti sceniche e figurative. Il miglioramento delle condizioni lavorative nel settore della cultura costituisce un’ulteriore priorità del prossimo messaggio sulla cultura.

Gli ultimi due anni hanno messo in luce anche l’importanza della cultura amatoriale. Per le bande musicali, i cori e le compagnie teatrali amatoriali l’impossibilità di fare le prove e di esibirsi è stata un fattore incisivo che in alcuni casi ne ha minacciato la sopravvivenza. Lo dimostrano le 7000 richieste di sostegno presentate complessivamente dalle associazioni.

La «Statistica tascabile della cultura in Svizzera» è pubblicata nelle quattro le lingue nazionali e può essere scaricata gratuitamente dal sito Internet dell’UFC.

 


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Anne Weibel, capo Comunicazione, Ufficio federale della cultura (UFC), anne.weibel@bak.admin.ch, +41 58 462 79 85



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