La navigazione a vele latine candidata al Patrimonio culturale immateriale dell’UNESCO

Trois barques courent leur Régate du Centenaire à Ouchy sur le Lac Léman en 2015. De gauche à droite, avec les voiles latines « en oreilles de lièvre », les barques la Neptune et la Demoiselle, et la cochère Aurore.
© Roland Grunder, 2015.

La Svizzera si associa alla candidatura multinazionale per iscrivere l’«arte della navigazione con vela latina e al terzo» nella Lista rappresentativa del patrimonio culturale immateriale dell’umanità dell’UNESCO. Con le emblematiche imbarcazioni del lago di Ginevra, partecipa affianco a cinque altri Paesi (Croazia, Francia, Grecia, Spagna e Italia) al processo di candidatura per valorizzare una tradizione vivente marittima e lacustre. La candidatura è stata presentata a fine marzo 2025 e l’UNESCO si esprimerà probabilmente entro la fine del 2026.

Tecniche e conoscenze condivise
La navigazione tradizionale con vele latine (triangolari) e al terzo (trapezoidali) attinge a conoscenze ancestrali che combinano tecniche di navigazione e maneggio delle vele con conoscenze ambientali specifiche. Le barche a vela latina sono dotate di alberi e antenne (pennoni). La vela può ruotare attorno all’albero e girare orizzontalmente e verticalmente. Contrariamente alla vela quadra, la vela latina permette l’andatura di bolina. Le associazioni di persone appassionate salvaguardano queste competenze, in particolare organizzando uscite in mare o sui laghi, regate per celebrare la tradizione o altri eventi culturali. L’arte della navigazione a vele latine è molto più di una disciplina nautica: comprende infatti anche un lessico comune con diverse varianti locali, oltre a varie altre pratiche sociali e culturali.

Un’eredità del lago di Ginevra
In Svizzera la vela latina viene introdotta nel Duecento sul lago di Ginevra e si rivela particolarmente adatta al contesto lacustre. Inizialmente impiegate per scopi militari, queste imbarcazioni vengono convertite per la navigazione civile solo nella seconda metà del Seicento e conoscono la massima diffusione con il trasporto di materiali da costruzione durante la Belle Époque, per poi avviarsi verso il declino negli anni Venti del secolo scorso. Nel 1958 si contano solo due imbarcazioni a vela latina: la «Neptune» a Ginevra e la «Vaudoise» a Losanna, acquistata dalla confraternita Pirates d’Ouchy nel 1948. Nel 1976 viene restaurata la «Neptune» e intorno al 2000 ne vengono ricostruite altre, tra cui la «Demoiselle», barca scuola. Oggi questa tradizione viene salvaguardata e tramandata grazie all’impegno di numerose associazioni romande, che fanno capo all’Association des voiles latines lacustres (AVLL). Le imbarcazioni a vela latina ancora in attività sul lago di Ginevra permettono di mantenere viva questa tradizione nautica, in particolare grazie alla formazione di nuovi battellieri e battelliere e alla trasmissione delle conoscenze alle nuove generazioni.

Cooperazione internazionale
La candidatura, coordinata dalla Croazia, ha coinvolto rappresentanti delle autorità, associazioni per la navigazione tradizionale, musei ed esperti dei sei Paesi partecipanti. Nel dossier sono state fissate misure per rafforzare gli scambi e la comunicazione tra le associazioni di persone appassionate, ma anche la trasmissione del sapere e la formazione alla navigazione tradizionale. Per la Svizzera si sono impegnati attivamente nel processo di candidatura l’Ufficio federale della cultura (UFC) e l’AVLL. L’UNESCO potrebbe inserire questa tradizione nella sua Lista alla fine del 2026.

Ultima modifica 02.04.2025

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